E’ dedicato agli “esodati” PUZZO DI FAME il singolo di Evasio Muraro
Tratto dal CD Libro “Scontro tempo”
L’ispirazione delle parole nasce dal gusto di Evasio Muraro nell’ascoltare le conversazioni altrui e nel caso particolare nell’aver sentito un operaio, precario, dire in tempi recenti: “Sono così povero che puzzo di fame”. Annotata la frase la canzone è cresciuta poi attorno riff di un sassofono baritono (molto Morphine, un gruppo amatissimo da Evasio Muraro) e ha trovato la sua forma, ma non ancora la sua destinazione.
E’ stato nella primavera e nell’estate dello scorso hanno quando è esplosa la questione dei cosiddetti “esodati” (uomini e donne lasciati senza lavoro, senza pensione, senza reddito dalle riforme del governo italiano alla fine del 2011) che Puzzo di fame ha trovato la sua collocazione. Da sempre attento al disagio e all’emarginazione e in particolare al mondo del lavoro, Evasio Muraro è stato subito coinvolto nelle iniziative dei comitati di “esodati” ed è stato proprio alla fine di un concerto che qualcuno di loro, dopo aver sentito Puzzo di fame, gli ha detto: “Questa è la nostra canzone”.
E’ stato logico e spontaneo dedicare Puzzo di fame agli “esodati” e non solo. Grazie al legame sviluppato con il comitato “esodati” di Lodi e della Lombardia, i volti degli “esodati” saranno i protagonisti del videoclip di Puzzo di fame, per ricordare e per non dimenticare che sono uomini e donne, padri e madri, e non numeri.
Puzzo di fame
Ho sognato a colori
vedevo sulla tavola dei fiori
tanta gente mi guardava, sorrideva
e io mi chiedevo perché
Puzzo di fame, puzzo di fame, puzzo di fame, puzzo di fame
Poi sparisco, affogato
mi ritrovo in una via
sono solo una scia
prendo fiato
Chi resta, chi resta lo sa
si resta perplessi
difficile arrivare a sera
restando se stessi
chi resta, chi resta non sa
più cosa fare
se dire, baciare o il suo testamento
Ancora fame, ho ancora fame, ancora fame, ho ancora fame
Tante promesse, troppi rifiuti
le parole: il lavoro più duro che ci sia
se la sveglia non strilla
se una luce non brilla
con che coraggio
ti guarderò negli occhi domattina
ti saluto attraverso un imbuto
prendo fiato
Chi resta, chi resta lo sa
si resta perplessi
difficile arrivare a sera
restando se stessi
chi resta, chi resta non sa
più cosa fare
se dire, baciare o il suo testamento
…perché gli hanno detto con un piccolo lamento, quel posto non c’è più.
Evasio Muraro: chitarra acustica e voce
Fabio Cerbone: chitarra elettrica
Cucu: basso
Lorenzo Rota: sassofono baritono
Cesare Bernasconi: batteria
Cristina Gambalonga, Renato Pacchioni, Paolo Ronchetti (Gobar): voci
prodotta da Evasio Muraro con Chris Eckman e Michele Anelli
masterizzata da Paolo Iafelice
parole e musica: Evasio Muraro
www.evasiomuraro.com
http://comitatoesodatilodi.blogspot.it/