Campus Mei: in-formazione musicale // VideoIndie: SineMunda – Io ci credo
Ultimo video indie dell’anno!
Vuoi essere il primo del 2015? Ricordati di mandarci il tuo video! info@audiocoop.it
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Roca Básica è il titolo del disco d’esordio diRocío Rico Romero, una ragazza dalla voce ipnotica di origini andaluse e dalla folta chioma riccioluta, che dopo un’esperienza Erasmus a Firenze, ha eletto l’Italia suo paese d’adozione, scegliendo di vivere in pianta stabile aBologna. L’album del debutto è composto da nove canzoni dalle atmosfere dilatate, sospese, ed è pervaso da un’apparente quiete che è alternata a improvvise solitudini.
“Sicuramente il bagaglio musicale che porto dentro crea una base estetica inconscia – afferma la cantautrice parlando dell’album –, ma non è da là che arriva l’ispirazione. La musica arriva e io la intrappolo. I testi emergono e li scrivo, poi assemblo il tutto, con cura, nel momento adatto”. Riguardo alle influenze, invece, “mi appassionano le voci di Mercedes Sosa, Maria Callas, Dulce Pontes, Chet Baker, Mina…”.
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Torniamo a Bologna, Gabriele, e se ti va parliamo delle famose osterie, decantate da cantautori come Guccini e mitizzate da tutti, giovani e non, dalla fine degli anni Sessanta in poi..
Bologna, sin dal Medioevo, era città piena d’osterie, visti non solo i tanti studenti, ma anche i fiorenti commerci che giocoforza passavano da qui, da quello che si può definire il baricentro d’Italia, nel bel mezzo della pianura Padana. Pensa che il grande incisore Mitelli nel Seicento raccolse le insegne delle osterie più famose e delle loro specialità per farne un gioco dell’oca…
Messa così può essere un po’ confusa, ma a tutti gli effetti questo èl’ultimo #Discodelmese dell’anno, essendo dicembre. Ma non lasciamoci andare a sentimentalismi, perché c’è da scegliere.
Come al solito, la lista delle uscite è molto lunga, ricca e di qualità. Perciò non resta che ascoltare, e poi cliccare, e poi cliccare, e poi cliccare ancora, per far vincere la vostra band o il vostro artista preferito.
È da poco uscito il tuo ultimo lavoro, l’EP Beatitude. Come mai la scelta di pubblicare un EP di 5 pezzi dopo quattro album?
L’Ep era perfetto così, non sento obblighi. È bello fare qualcosa che abbia una sua verità anche se breve, il valore della musica non è nella quantità. L’EP segna un nuovo inizio, è la mia presentazione con La Tem pesta International che è l’etichetta adatta a me in questo momento. È tutto coerente e giusto.
Come avviene il processo creativo di un tuo pezzo? Viene prima il testo o la musica?Da dove attingi per la tua ispirazione?
Il processo è dall’interno all’esterno, come un’emozione mi arriva il brano con tutti gli arrangiamenti e il testo. L’ispirazione arriva da se stessi, dal proprio cuore che più è aperto e disponibile ad accogliere più accoglie, e non parlo solo di musica.
Max Zanotti, già voce dei Deasonika, ora in tour solista aspettando l’uscita di Della Vita Della Morte, disco realizzato in collaborazione con Dj Mike. Lo abbiamo incontrato prima di salire sul palco di Spazio Ebbro lo scorso 5 dicembre.
Intervista realizzata da Flavio Talamonti e Francesco Galassi.
I Carneviva nascono a fine Agosto 2012, dopo un’apatica estate, segnata dall’incontro di Alberto e Michele con Michael, che diventerà il bassista di un progetto che già era nell’aria da un pò. Crescono nell’autunno dello stesso anno, ricercando il proprio suono, le proprie idee, il proprio senso. Nel 2013 ampliano il repertorio, sperimentano, compongono, suonano in giro il più possibile, per poi arrivare alla registrazione di 4 brani, ad un anno dalla loro formazione. I 4 brani in questione compongono il primo EP “EPisodi” distribuito e promosso da (R)esisto. Patrizia Santini ha intervistato Michele.
Una frase che è stata variamente attribuita a Steve Martin, Frank Zappa ed Elvis Costello, recita: “Scrivere di musica è come danzare sull’architettura” per dire che c’è un confine avvolto da fitte nebbie oltre il quale il linguaggio non può andare. Certo, i gusti sono soggettivi, e le critiche, che da questi dipendono direttamente, in molti casi possono risultare indigeste.Riccardo Bertoncelli, il decano dei critici rock del nostro Paese, che ha ottenuto una certa popolarità nel 1975, in seguito a una querelle con Francesco Guccini, scaturita da una sua stroncatura all’album Stanze di vita quotidiana (come è noto, all’epoca il cantautore modenese non la prese affatto bene, infatti reagì inserendo nel brano L’avvelenata, i versi: “Tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli e un prete, a sparare cazzate”) è uno che la sa lunga al riguardo.