Campus Mei: In-Formazione musicale // ”L’eleganza del disco”, la rubrica di Francesca Amodio: recensioni di “Graziosa Utopia” di Edda, e di “Tornano Sempre” di Angela Baraldi
Edda, “Graziosa utopia” – Recensione
Era uno dei dischi più attesi di questo 2017 che, almeno discograficamente parlando, si sta rivelando più che prolifico: “Graziosa utopia” (Woodworm) di Stefano Rampoldi, l’ex Ritmo Tribale certamente meglio conosciuto ora come Edda, è l’ultimo album del cantautore milanese cinquantaquattrenne, uscito da pochissimi giorni ma con dei riscontri già più che entusiastici.
Il rock di Edda è difficile da spiegare e spiazzante da ascoltare: anche in quest’ultimo lavoro dell’artista pertanto – considerato il più maturo fra i suoi album solisti e forse lo è – c’è dipinta nuda e cruda la sua verità, la sua rabbia, la violenza, la dolcezza, la morte, l’odio e l’amore che nessuno come Edda sa mettere così spaventosamente bene in musica, senza fare sconti a nessuno e a nessuna cosa.
Stefano è un infante – uomo, uno che con la lingua italiana si spoglia da capo a piedi e meravigliosamente obbliga il suo fruitore a fare lo stesso, mettendolo davanti ai fatti compiuti delle proprie paure e delle proprie inibizioni, senza filtri, mantelli, orpelli, scuse.
Probabilmente nessuno in Italia è testualmente capace di articolare l’ingenuità e il candore così come fa questo straordinario e puro artista nelle sue canzoni che sono piccole poesie, nude e avide, che vanno a comporre un disco magistrale, scuro e bellissimo.
Tracce migliori: Signora, Benedicimi, La liberazione
Voto: 9
Francesca Amodio
Angela Baraldi, “Tornano sempre” – Recensione
Sempre sulla scia dei dischi che rinfrancano e rincuorano, esce per Woodworm un salvifico “Tornano sempre”, ultima fatica discografica nata dalla lunga gestazione della bolognese Angela Baraldi, classe ’64 e classe da vendere in generale.
Il carisma che dagli esordi della sua brillante carriera la contraddistingue sembra rigenerarsi piuttosto che invecchiare, dando sempre nuova luce e linfa vitale a questa splendida artista nata per fare solo ed esclusivamente ciò che fa, ossia spostare le emozioni col suono della sua eccezionale voce.
La Baraldi infatti, colei che sola al mondo poteva essere in grado di reinterpretare il repertorio di un personaggio della caratura di Giovanni Lindo Ferretti, in questo suo nuovo lavoro prodotto da Giorgio Canali sviscera con la sua consueta e perfetta eleganza la sfera completa dei sentimenti, attraverso un canto libero e liberatorio, testi descrittivi, introspettivi e bellissimi.
Mondi interiori vicini e lontanissimi, ma anche il racconto in musica di una vita vissuta al massimo della sua profondità sia sopra che sotto il palco, vengono narrati in questo disco potente e vero, sorgente di fascinazione e meraviglia, che il canto sensuale e pieno di vita della Baraldi rende tangibili e percettibili.
Un meraviglioso viaggio sonoro e sensoriale è questo bel disco rock in italiano, incantevolmente scritto e suonato.
Tracce migliori: Josephine, Michimaus, Immobili
Voto: 9
Francesca Amodio