Afterhours partono per il tour europeo: ecco le date
BRUXELLES – Vk
20 Aprile 2017
in collaborazione con Beit Live
LONDRA – O2 Academy Islington
21 Aprile 2017
in collaborazione con Academy Events
DUBLINO – Opium Rooms
23 Aprile 2017
AMSTERDAM – Sugar Factory
24 Aprile 2017
BERLINO – Bi Nuu
25 Aprile 2017
PARIGI – La Bellevilloise
27 Aprile 2017
Una delle band iconiche della scena indipendente italiana si prepara a varcare i confini nazionali per un attesissima serie di date in Europa.
Reduci dall’uscita di “Folfiri o Folfox”, l’undicesimo album in studio pubblicato nel Giugno 2016, gli AFTERHOURS si preparano a calcare i principali palchi europei dopo la fine del tour italiano, che partirà il 9 marzo dal Live Club di Trezzo sull’Adda (MI) e finirà il 31 marzo al Vox Club di Nonantola.
A partire dal 20 aprile 2017, la band guidata da Manuel Agnelli si esibirà in sette fra le più rinomate venue estere di Bruxelles, Londra, Dublino, Amsterdam, Berlino, Parigi e Barcellona.
Un’occasione imperdibile per vedere dal vivo gli AFTERHOURS nella nuova formazione, di cui oggi fanno parte il batterista Fabio Rondanini (Calibro 35) e il chitarrista Stefano Pilia (Massimo Volume), che proprio con la realizzazione dell’ultimo album hanno ufficialmente preso il posto di Giorgio Prette e Giorgio Ciccarelli, usciti dal gruppo nel 2014.
“Folfiri o Folfox” è un doppio album composto da 18 brani ed è considerato uno dei più emozionanti e maturi della band. Nasce dall’esperienza della malattia e dal dolore della morte (“Folfiri” e “Folfox” sono due trattamenti chemioterapici al quale il padre di Manuel Agnelli si sottopose prima di morire) per sfociare in un’esplosione di vita e di consapevolezza, che donano a questo disco un’intensità senza precedenti.
“Ci sono molte cose di cui normalmente non si parla – ha dichiarato Manuel Agnelli a riguardo – una di queste è il cancro. Se ne parla come malattia da combattere con stili di vita ed esami, certo, ma non come esperienza di vita, in prima persona o di un famigliare. E ancor meno si parla del dolore di quando la malattia vince e tu ti ritrovi senza qualcuno che era il tuo punto di riferimento.
Ma in musica si può fare”.
Ed è così che gli Afterhours lo hanno fatto, con un risultato di spessore che unisce il sound rock che da sempre identifica la band a contaminazioni sperimentali e brevi incursioni nel pop, regalando al pubblico un’opera densa di contenuti e, nonostante tutto, di speranza.