Campus MEI: in-formazione musicale // Torna ”L’eleganza del disco”, la rubrica settimanale a cura di Francesca Amodio: Sara Jane Ceccarelli, “Colors – story of a girl who wanted to record an album”
È intitolato “Colors – story of a girl who wanted to record an album” ed è il disco d’esordio della cantautrice italo – canadese Sara Jane Ceccarelli, distribuito da iCompany.
D’esordio si fa per dire, visto che la giovane artista vanta un curriculum di tutto rispetto: oltre ad essere la carismatica voce femminile della Med Free Orkestra infatti, la Ceccarelli custodisce nel suo archivio musicale collaborazioni con artisti del calibro di Francesco De Gregori, Claudio Santamaria, Eugenio Bennato, Erri De Luca, David Riondino e molti altri.
“Colors – story of a girl who wanted to record an album” però è il primo lavoro interamente autografo di Sara Jane Ceccarelli, frutto di anni di partecipazioni a progetti profondamente diversi tra loro, di contaminazioni e di ispirazioni artistico – musicali più che variegate.
È così che appare infatti questo primo lavoro dell’artista: una summa delle più disparate influenze geografiche, artistiche, di genere – si va da un brit pop tout court ad un’impronta cantautorale più propriamente italica – che però meravigliosamente trovano un ragionato senso e filo conduttore nella risoluzione di un cantautorato che poggia su una base elettronica soft e cadenzata, che piacevolmente pervade tutto il disco in questione.
La voce di Sara Jane è eterea e cristallina, a corredo di basi sonore accattivanti e ben studiate. Riuscite anche le due cover che omaggiano rispettivamente “Winter lady” di Leonard Cohen (con il feat. Di Andrea Satta dei Tetes de Bois) e “Tea in the Sahara” dei Police, leggermente più sottotono invece il pezzo in italiano “Il buco nel cuore”, in cui la metrica testuale appare meno studiata e più sfuggente rispetto al resto dell’album permeato invece da grande cura in questo tipo di dettagli.
Un’innegabile personalità, una notevole dote canora e compositiva, fuori dai soliti schemi cantautorali tradizionali, conferiscono a questo disco e a quest’artista un’aura di fascino vintage e bellezza, che rendono il disco in questione assolutamente godibile.
Tracce migliori: “Nothing really ends before we die”, “Only me (and who doesn’t bother me), “Colors”.
Francesca Amodio