Campus MEI: in-formazione musicale // Dal blog di Pasquale Rinaldis – ‘Presentimento’, così Peppe Servillo ricanta i classici napoletani
Impegnato in estate al cinema con il film Indivisibili diretto da Edoardo De Angelis, che a detta di Paolo Sorrentino – che della giuria dei votanti per la designazione ne faceva parte – avrebbe meritato di rappresentare l’Italia agli Oscar più di Fuocoammaredi Gianfranco Rosi, Peppe Servillo torna alla musica, seppur di cantanti (neomelodici) in giro per feste paesane, battesimi e matrimoni, si parla nel film. E lo fa con un nuovo disco, registrato assieme al Solis String Quartet, intitolato Presentimento. “Quella del presentire – spiega il cantante-attore – è la condizione degli artisti, dei narratori, dei poeti che sono gli autori delle canzoni che noi rieseguiamo in questo disco. Nei loro versi presentono e annunciano segreti, presenze, tradimenti, ciò che di nuovo potrebbe accadere o si vorrebbe accadesse. Lo fanno come se fossero dei veggenti, gli indovini della nostra vita sentimentale”. Con brani come Palomma, Tarantella Segreta, M’aggia curà e Scalinatella, è un album in cui vengono riletti 11 grandi classici della canzone napoletana che, secondo Servillo, “sollecitano qualcosa che riemerge da una memoria già esistente, che è dormiente ma allo stesso tempo vitale e che soltanto praticando è possibile rinnovare”, e sarà possibile ascoltarli dal vivo in due importanti date: a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica l’11 novembre e a Napoli al Teatro Cilea il 21 novembre.
Con Presentimento “praticate per rinnovare”, è vero, ma se pensiamo alla Napoli di oggi, viene in mente quella di Gomorra o del film Indivisibili cui lei ha partecipato, che rimandano al folklore, al bigottismo e alla corruzione partenopei.
È molto difficile mettere in relazione l’immaginario che viene fuori dal disco con la cultura attuale. È più semplice concentrarsi sugli autori di queste canzoni che sono dei veri poeti, il cui linguaggio è universale nel tempo e nello spazio: la vera poesia tocca il cuore delle persone e ne sollecita l’intelligenza e il desiderio di conoscere e di capire, così come avviene nel teatro e nella letteratura. La tavolozza dei colori della vita napoletana è molto varia, tutto quello che noi proponiamo, e lo vedo anche nelle reazioni del pubblico durante i concerti, è assolutamente moderno.
Questo si evince dagli arrangiamenti e dalla riproposizione del repertorio con un quartetto d’archi: una sorta di tradimento che effettuate rispetto al modo abituale in cui veniva eseguito.
Il tradimento in questo caso è necessario per trasmettere con linguaggio attuale a chi non lo conosce questo patrimonio, rinnovandolo, mettendoci carne e sangue, come diceva Roberto De Simone. La tradizione è qualcosa di vivente, che esiste e che continua a operare nelle persone, figuriamoci negli artisti.
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