Il Mei e’di tutti, un bell’articolo sul futuro del Mei su Exitwell
L’avrete letto da più parti: il Mei chiude. E si rinnova.
Lo so cosa state pensando… “ah, il Mei chiude, un’altra volta“, “un nuovo Nuovo Mei, bene…“.
Lo so ragazzi, ma sapete che vi dico!? Che una manifestazione pensi di chiudere ma poi ogni anno persista e resista a me fa solo che piacere. Soprattutto se la manifestazione in questione è ilmaggiore punto di riferimento dell’ambiente musicale “indipendente” (passatemi il termine, almeno fin quando non ne troverete un altro che vi piaccia).
Si può dire tutto e il contrario di tutto sul Mei, ma non si può rinnegare l’importanza storica che, da vent’anni a questa parte, il carrozzone di Giordano Sangiorgi ha avuto a livello nazionale. Un punto di riferimento, di incontro e di confronto, un appuntamento fisso per molti, un contenitore di musica, di speranze, di progetti, anche di scontri e dissapori nelle peggiori (seppur rare) situazioni.
Sarebbe stucchevole dirvi cosa rappresenta per me il Mei, semplicemente posso affermare con una certa sicurezza che se, quattro anni fa, Giordano non avesse visto nel nostro lavoro (ancora embrionale) delle potenzialità da sostenere, io probabilmente non sarei qui ora a scrivere e non starei realizzando il sogno di vivere di musica.
Ora, lo so che siete scettici, ma se c’è un anno perfetto per dare un taglio netto e voltare pagina, è proprio questo. Edizione 2016.
Arrivato a Faenza venerdì sera, la prima faccia che vedo è quella di Sangiorgi. Scura, molto scura.
Ha scoperto da poco che la stazione di Faenza sarà chiusa per tutto il week end causa lavori. “Un disastro” – dice – “ci giochiamo due terzi di pubblico così…“. Non sarà stata una notte facile quella del patron, ma quello che è successo dopo ha del sensazionale. La migliore edizione degli ultimi anni, una partecipazione massiccia e attiva, un’atmosfera bellissima e un Piazza del Popolo stracolma per l’evento del sabato sera, quel Daniele Silvestri che ha incantato Faenza.
L’occhio è sempre rivolto ai giovani, alla musica nuova, sia sul palco che nelle sale dei seminari, come tra gli stand degli espositori e nelle conferenze. È la qualità della proposta artistica che, quest’anno come non mai, è emersa: Francesco Motta, Daniele Celona, i Voina Hen, le giovani aperture al concerto di Silvestri, con Tartaglia Aneuro, Suntiago, Cortex e Il Geometra Mangoni, senza contare i ragazzi del Super Mei Circus, So Does Your Mother, McFly’s Got Time, per citarne un paio. Un flusso continuo di musica e di energia, la stessa energia con la quale il Mei si alimenta, per trasformarla in opportunità.
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