Campus MEI: in-formazioni musicali // Pier Mazzoleni: quando la canzone diventa rifugio su ExitWell
Canzone d’autore, di quella pop italiana che si tinge di soffice mondo e di digressioni territoriali, la stessa che contempla etnie affini ma pur sempre oltre confini, la stessa che però – con la buona scusa di una canzone – protegge se stessi e le proprie confessioni. Pier Mazzoleni nella sua carriera lunga di successi e di traguardi realizza questo nuovo disco di mondo e di gente: e che siano tutti personaggi di fantasia o migrazioni delle anime straniere o che sia una biografia personale troppo intima ed eretica per poterla confessare, questo non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai. Di certo sappiamo soltanto che “Gente di mare” è un disco che deve essere cesellato per bene onde evitare di mescolare il banale con il dettaglio…d’autore.
Con “Gente di terra” si torna a sentir suoni suonati davvero. Oggi la moda penso sia quella di costruire anche i suoni in laboratorio. Tu come la vedi?
La tecnologia aiuta, non c’è dubbio. Dagli anni 70 a oggi si saranno superate almeno cento volte le barriere e ogni volta ci si stupisce dei nuovi ritrovati. Questo ha di molto avvicinato gli appassionati, con i soliti problemi connessi. Dato che tutti possono produrre della musica registrata, con il proprio home-studio, via via si è abbassato il livello della qualità e sempre più andrà ribassandosi. E’ la normale conseguenza della libera circolazione… finché c’era il monopolio degli studi di registrazione (a quel tempo c’era anche il fascino del suono), tutto era esclusiva solo di chi svolgeva professionalmente l’attività di musicista. Sono vecchi ricordi. Ora in poco più di un’ora puoi registrare un brano completamente, in mezz’ora girare un video dello stesso e poi inviarlo sul tubo che in un briciolo di minuti lo restituisce al mondo intero! Fai il conto. Per fare ciò, un tempo, servivano mesi di lavoro! Dimmi tu… Capisci come la vedo? Sì, progresso è sinonimo di opportunità. Ma nella maniera giusta e controllata e qui, nessuno controlla. Fatta la polemica (non vuole esserlo), ti dico che hai ragione e sottoscrivo: oggi la moda è di costruire un disco in laboratorio, appunto. E a volte ci si azzecca pure. Se ci sono le idee bastano una voce e un pianoforte, o una chitarra… senza altri ghirigori, almeno sono strumenti veri. E applaudo sempre ai suoni veri, anche se capita che certi campioni siano migliori dei suoni reali. Ma oggi vale tutto e il contrario di tutto. Non essendoci più le regole di prima siamo diventati una massa di gente allo sbando, alla paradossale ricerca di qualcuno che ci regoli! Un cane che si morde la coda, comprendi? Per fare un mio disco mi bastano un pianoforte, una fisarmonica e la chitarra… sto lì e li osservo, sorrido… compongo. E poi vado alla ricerca della ritmica, poi ovviamente ci vuole il basso e… gli orpelli dei tappeti. E chi più ne ha…
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