Campus MEI: in-formazione musicale // Dal blog di Pasquale Rinaldis – ‘Peppe Voltarelli canta Profazio’, l’artista calabrese che usa il dialetto ma non fa folk.
Sullo sfondo mari, montagne e terre del sud. Protagonista è Peppe Voltarelli, cantante dalla voce ruvida e profonda che usa il dialetto ma non fa musica folk, perché quella è fatta dal popolo per divertire le classi sociali più elevate. La sua, invece, si configura più come musica etnica, fatta sì dal popolo ma per se stesso e soprattutto per educare, riflettere e non dimenticare. Col suo nuovo album, Peppe Voltarelli canta Profazio, l’artista calabrese rende omaggio, sin dal titolo, al maestro Otello Profazio, un punto di riferimento culturale assieme a Ignazio Buttitta: “Sono i padri poetici di un linguaggio forte, roccioso, nudo e senza orpelli – dice Voltarelli -, sono i nostri Johnny Cash o Woody Guthrie, chehanno espresso concetti scomodi per primi, che hanno acceso la spina, tracciato un solco e su quello ci siamo immessi in tanti”. Composto da dieci brani scritti negli anni 50 ma ancora attuali, vivi e pulsanti, reinterpretati con rispetto e personalità da Voltarelli, che riesce a fare un riassunto clamoroso di quel mondo che è il sud, mescolando realtà e leggende a tematiche scomode e inaccessibili, facendo un omaggio alla cultura popolare, bello e anche necessario.
Peppe, in quest’ultimo lavoro affronti un tema, quello della mafia, che al sud meno se ne parla e meglio è.
Il problema al sud ècreare delle possibilità di scelta, offrire alternative, sviluppare modi nuovi di stare insieme. Dare gli strumenti che permettano di creare consapevolezza nei ragazzi. Purtroppo non è facile perché si tratta di una storia secolare e quindi ogni tentativo – da quelli imprenditoriali a quelli artistici e letterari – si scontra con dei colossi.
Bisogna escogitare un modo per far passare certi messaggi.
Io ho aggirato il problema conquistandomi un pubblico variegato, che non è solo in Italia ma anche in altri paesi come l’Argentina, gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, la Repubblica ceca, il Messico, il Canada e il Cile. Ho la possibilità di poter suonare in questi paesi con un pubblico che mi segue e questo per me è un’azione di grande libertà. Non dipendo soltanto da un paese.
Portare in giro canzoni che parlano di certe tematiche è una di quelle azioni capaci di creare consapevolezza.
Infatti, le azioni che sono più incisive sono quelle con i ragazzi. Spesso vado a suonare e a parlare nelle scuole, invitato da amici presidi e professori e in quelle occasioni cerco di rompere un tabù: quando ero studente, nella mia scuola non è mai venuto nessuno a parlare di queste tematiche e credo sia stata una mancanza. Essere stimolati in qualcosa di tuo interesse fa nascere la passione: quando i ragazzi cominciano a interessarsi di certi argomenti, iniziano poi anche a crescere, a compiere delle scelte, a capire le differenze. Queste azioni nelle scuole, ritengo che siano fondamentali.
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