CampusMEI: in-formazioni musicali // ”Note Controcorrente”: Intervista all’Artista Di Strada “Immaginario”. La rubrica di Sergio Garroni.
Ho pensato di incontrare per le vie del centro di Firenze uno dei tanti “artisti di strada”.
Ciao, posso farti una domanda?
Certo.
Ma come mai suoni qui in strada, davanti a poche persone?
Quando ho iniziato a strimpellare la chitarra, avevo poco più di dieci anni e, non avevo il minimo pensiero di cosa avrei fatto in seguito. Mi piaceva l’idea di fare vibrare le corde della mia prima chitarra arrivatami come regalo di Natale.
Ricordo che all’inizio avevo i polpastrelli tutti segnati dalle corde in metallo perché provavo e riprovavo gli accordi che leggevo sul libretto degli accordi di base. Di suonare liberamente sulle corde, neanche ci pensavo.
E poi?
Con il passare degli anni quell’approccio primitivo si è trasformato in un vero studio.
Ho cambiato chitarra, sono andato a scuola da un bravo insegnante, ho studiato solfeggio e preso dimestichezza con le scale e gli arpeggi; insomma un po’ quello che accade a tutti coloro che vogliono fare musica.
Sono entrato a far parte del complesso della scuola ed ogni occasione “era buona” per cercare di conquistare le ragazze.
Dopo il diploma ?
Gli anni sono passati veloci ed io ho continuato, ostinatamente, a fare musica.
Ma sai a quante porte ho bussato, quanti locali ho contattato e quanti, sedicenti imprenditori musicali o produttori, mi hanno detto: bella musica, bei testi però…. C’era sempre un però.
Allora ad un certo momento ho capito che il motto di mia nonna, “chi fa da se fa per tre”, era l’unica via per cercare di continuare a coltivare la mia passione.
Nel frattempo avevo conosciuto Armando (bassista), Giuseppe (chitarra elettrica) e Chiara (percussioni e batteria) e con loro abbiamo cominciato a suonare assieme, prima le cover, anche perché le chiedevano in quelle rare occasioni di mini concerti, e poi nostri brani.
I nostri inediti nascevano come d’incanto, non programmati, magari durante una sessione serale. Le parole le scrivevo io, e così la nostra musica ha iniziato a varcare la soglia del nostro garage.
Ognuno di noi ha un’attività; Chiara è l’unica che studia, al DAMS, io aggiusto motorini, Armando fa l’impiegato in banca e Giuseppe lavora in una serra.
Se non avessimo gli introiti che provengono dal nostro lavoro, a parte Chiara che per sua fortuna ha un papà ex musicista che la sostiene, come faremmo a suonare, incidere le nostre canzoni e, soprattutto stampare i CD che poi vendiamo ai concerti?
Pensi che la vostra strada sia in salita?
Oggi con tutto quello che accade sotto i nostri occhi, ingiustizie perpetrate a carico di noi giovani, invasione di Talent che sono diventati l’unico fenomeno mediatico che potrebbe offrirti visibilità, che prospettiva ha un artista che seriamente voglia fare musica e, magari farne la sua attività principale?
Diceva un “Santone indiano” ad un giovane dinanzi ad un bivio esistenziale, indeciso su quale strada intraprendere : “la risposta è nelle tue mani e nel tuo cuore. Il cuore ti guiderà verso una giusta direzione e le tue mani potranno incontrarne altre e assieme fare una grande catena, così grande da abbracciare tutti coloro che amano la musica. Chi riuscirà ad entrare in quel grande cerchio non sarà mai solo.”
Così, con passione, abbiamo continuato a fare musica e a portare le nostre canzoni in piazza e nelle strade.
Non sempre tutti assieme e alle volte solo con una mini amplificazione, ci collochiamo agli angoli delle strade, nelle piazze, nella speranza che non passi un vigile zelante, che magari neanche ama la musica, a farti spostare, nella migliore delle ipotesi, se non a multarti.
Ma che Paese può essere quello che permette ad ogni ambulante abusivo di invadere le strade con dei prodotti contraffatti e impedisce a degli artisti con prodotti “ autentici e di qualità”, di fare sentire i propri testi e la propria musica?
Magari con un semplice patentino, gratuito, si potrebbero permettere dei minitour per le strade d’Italia e consentire a sempre più mani di incontrarsi e ai cuori di battere all’unisono sulle note della musica che, senza troppe pretese, si offre liberamente alle orecchie dei passanti.
Sergio Garroni