Campus MEI: in-formazione musicale // Dal blog di Rinaldis – Con i Kula Shaker sulla vetta del K2.0. Intervista al frontman Crispian Mills
Sono trascorsi vent’anni da quando i Kula Shaker, promettente mancata promessa della scena neopsichedelica inglese, pubblicarono il loro album d’esordio K, coacervo di idee spirituali e filosofiche che sembravano offrire illuminazione e nuovi modi di vivere. Con brani come Govinda e Tattva, caratterizzati da strofe scritte in sanscrito e note suonate col sitar, divennero famosi nello stesso periodo in cui impazzava il Brit Pop. Nonostante il successo, incrementato anche da una bella cover del brano Hush con cui già si erano cimentati i Deep Purple, la band capitanata da Crispian Mills però si rivela un fuoco di paglia e dopo uno scioglimento temporaneo avvenuto nel ’99 e un album uscito nel 2006, i Kula Shaker, poco avvezzi a farsi sedurre dal fascino dei falsi piaceri, sono rimasti poco più che una promessa.
A vent’anni di distanza il gruppo inglese torna in scena con K2.0che rappresenta il sequel di K: “Abbiamo scalato la vetta del Pop fino a raggiungere una caverna pacifica di montagna che ci ha illuminato intellettualmente”, dice Crispian Mills, uno che quando parla fa riferimento ai testi sacri induisti. Non mancano i rimandi alla cultura orientale, Infinite Sun, primo singolo estratto dall’album suggerisce quanto lo stile sia rimasto quasi identico, Holy Flamesembra un tributo ai Blur e alla loro Coffee and Tv. Le canzoni diK2.0 hanno un tema ricorrente: come riuscire a riconciliare la vita spirituale con quella materiale, mondana: “Le antiche tradizioni dicono tutte la stessa cosa: siamo creature spirituali e la vera natura dell’Io è trascendentale, eterna e abissale. Nonostante questo, però, rimaniamo intrappolati in questa realtà temporanea che ci porta molto dolore. È ciò che può essere definita ‘situazione incompatibile’. Anche se ci crediamo, quanti di noi sono disposti a rinunciare a tutto come ha fatto san Francesco d’Assisi? Dobbiamo condurre una vita fondata su cose più serie e profonde, nonostante viviamo in un mondo di materialismo. Questo è come dovrebbe agire un guerriero spirituale. È duro e spesso molto confusionale, ma ha ispirato tanta arte nella storia”.
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