Campus MEI: in-formazione musicale // Doc Indie: Passano i Festival, scompaiono i maestri…e mancano nuovi eroi.
Forse è destino che con l’approssimarsi del Festival di Sanremo ogni anno mi scappi una considerazione, ahimè, sconsolata sulla salute della musica. Ma questo ennesimo Festival, a prescindere da chi vi prenderà parte con più o meno gloria, mi suona per vari motivi più triste degli altri. La scomparsa a raffica di eroi musicali negli ultimi mesi mi porta a guardare necessariamente avanti per non intristirmi ulteriormente. SIGH! E là, proprio poco oltre il mio naso, non mi pare proprio di vedere nuove leve alleviare i miei grigi pensieri. Non mancano numerosi e grintosi i giovani, sia chiaro, ma per tutti, oggi più di ieri, pare difficilissimo fare arrivare le loro voci al pubblico. La concorrenza nell’era digitale è spietata: troppi i nomi; troppi i suoni; alti i muri da scalare. In una paradossale situazione di comunicazione 24h su 24h a colpi di beep beep il vuoto lasciato da maestri come il Duca Bianco e Lemmy suona assordante. E la bontà e l’integrità dell’underground non è da sola sufficiente a invertire la rotta. I festivals, dovunque essi abbiano luogo, non fanno che riprodurre se stessi nella speranza che qualche artista già affermato spari una nuova hit e rinvii l’inevitabile fine. Vecchi leoni continuano a ruggire nella sempre viva speranza che qualche cucciolo presto gli si affianchi, ma il tempo dell’attesa si protrae sempre più di anno in anno. Preso da questo splin musicale mi lascio cullare dalla voce del leone Massimo Ranieri accompagnato dal maestro Riccardo Cocciante in onda sul primo canale della RAI. Non penso più ai festivals a venire e mi convinco che qualcosa di nuovo accenderà nelle prossime settimane la mia attenzione. Una voce mi toccherà. Forse l’ha già fatto ma devo liberarmi dal suono diffuso ed omologante che mi allontana da lei. Tendo l’orecchio e comincio a percepire qualcosa… e il mio splin torna a colorarsi.