Campus MEI: in-formazione musicale // Doc Indie: non firmate con le case discografiche, dice Prince
Con queste parole – per l’esattezza, <i nuovi artisti non dovrebbero firmare con le case discografiche> – si è espresso di recente Prince. Per quanto provocatoria, l’uscita – che è stata completata dall’altrettanto dura affermazione che <le case discografiche non investono più> – dipinge molto bene un panorama in cui i principali attori, le etichette, agiscono con in mente quasi unicamente gli introiti. La discografia, lasciatevelo dire, è, infatti, un’istituzione alquanto conservatrice alla faccia del prodotto che, ahimè, tratta quotidianamente. Margaret Tatcher al confronto suona punk! Scherzi a parte, ammetto di trovarmi assolutamente in sintonia con il pensiero di Prince e di valutare quotidianamente percorsi alternativi per diffondere la musica in qualunque forma e formato. Il web certo offre una gamma di possibilità infinite per “dire la propria”, ma cancellare del tutto certe professionalità legate alla discografia forse pare eccessivo pure a un sanculotto come il sottoscritto. La creatività e l’intraprendenza da soli rischiano, infatti, di tramutarsi in un torrente burrascoso che, una volta immesso nella potente corrente digitale, corrono il serio rischio di venire diluite dalla quantità sovrumana di input omologanti. Senza necessariamente affidarsi a una label, grande o piccola che sia, l’artista potrebbe invece investire parte delle proprie risorse (artistiche e non) nella ricerca di quelle reti di contatti capaci di bypassare – parola orribile ma necessaria – la tradizione senza però rinunciare alla professionalità. Un esordiente, è ovvio, non può contare sugli appoggi di un navigato artista come Prince, ma certo può affidare la sua creatività a quanti cresciuti nella discografia a un certo punto, per i casi della vita, hanno scelto di continuare il loro mestiere in una maniera diametralmente opposta a quella alla quale erano stati educati & abituati. Circuiti di festival – suonare dal vivo rimane il cuore del discorso musicale – riviste on-line in free download, artisti specializzati in altri campi ma desiderosi di confrontarsi con nuove sfide, e un coraggio non tipico della contemporaneità (ma comune a tutti i sognatori) possono rappresentare un primo importante step per chi vuole promuoversi al di fuori di un sistema, quello della discografia, che, come sottolineato da Prince, ormai evita a qualunque costo il rischio affidandosi a fragili certezze. Quindi, come vedete, seppure si possa pienamente condividere il concetto ripreso dal titolo di questo intervento, non è necessario sprofondare nel pessimismo più buio, anzi, bisogna mantenere una certa positività di fondo. Solo così sapremo cogliere le leggere sfumature dell’alternativa e conquistare quello che ci spetta senza scendere a patti con il “diavolo”. Non credete valga la pena provare?