Campus MEI: in-formazione musicale // Da ExitWell – Ho visto il futuro del rock’n’roll e il suo nome è Giovanni Truppi
Volevo intitolare questa intervista qualcosa come “Stai andando bene Giovanni” oppure“Conversazione con Giovanni sui destini della musica”, per pormi a metà strada tra il cliché e la frase arguta. Invece mi rifaccio a una dotta citazione, già utilizzata per un grande della Musica, nella speranza che possa essere di buon augurio. Già, perché con Giovanni Truppi penso davvero di aver visto “il futuro del rock” in Italia. Giovanni infatti ha tutte le carte in regola per conquistare il difficile pubblico della Penisola: testi arguti e poetici, melodie semplici, dirette ed efficaci e quel pizzico di follia per non rendere banale il tutto. Giovanni Truppi, la tua ultima fatica, è un album che conquista dopo aver lasciato spiazzati al primo impatto. È passato del tempo dall’uscita del disco, fine gennaio: com’è cambiato il disco, lo senti diverso ora che lo hai portato in giro per tante date, ti ci approcci in maniera diversa?
Per ora sono ancora dentro quel momento lì: questi mesi sono stati pieni, travolgenti, non ho avuto molto tempo per guardare il disco con distacco. Mi rendo conto che c’è ora un’attenzione maggiore da parte delle persone e degli addetti ai lavori, probabilmente perché il disco precedente ha fatto un lavoro di semina. Poi il fatto che il disco sia più arrangiato aiuta la fruizione. In realtà forse in questo disco ci sono addirittura pezzi più difficili che nel disco precedente ma il fatto che ci sia più musica aiuta le persone ad entrarci meglio.