Blues Screen Of Death dei Super Dog Party recensito da Marcello Zinno direttore di Rockgarage.it
Autore: Super Dog Party | Titolo Album: Blues Screen Of Death |
Anno: 2015 | Casa Discografica: Goodfellas |
Genere musicale: Rock’N’Roll, Rock Blues | Voto: s.v. |
Tipo: EP | Sito web: http://www.superdogparty.com |
Membri band:
Alessandro Peana – voce, chitarra Valerio Scialanca – basso Massimiliano DiSanto – batteria |
Tracklist:
1. The Dark Passenger 2. Blues Screen Of Death 3. Subject Dog Blues 4. The One Who Knocks |
Dire che i Super Dog Party sono una band fuori dai canoni è un eufemismo centrato in pieno. Questo power trio ti lascia a bocca aperta per una serie di motivi, primo fra tutti per il “prodotto” che presentano. Blues Screen Of Death è un qualcosa di fantascentifico: un vinile con una copertina che attira l’attenzione e un back creato apposta per chi vuole scaricare l’EP in formato digitale, sì perché la loro musica è in free download sul proprio sito web. Ma essendo un EP i Super Dog Party non disdegnano il formato CD e soprattutto accompagnano questo paccozzo non con un semplice booklet bensì con un vero e proprio mini libro contenente la loro storia, le locandine dei loro show, le loro foto un po’ pazze e tanto altro ancora. Ci sentiamo corteggiati e sorpresi da questi ragazzi e ancora presi dall’effetto stonante ai nostri occhi ci apprestiamo ad ascoltarli sicuri che dietro tutto questo ci sia un punk giovanile e un po’ demenziale. Altro che demenziale!! I Super Dog Party sono blues imbevuto nel rock’n’roll sparato dritto senza sbavature e sono solo in tre! La titletrack è sicuramente la prima traccia che bisogna provare di questo combo: una traccia che non trova mezze misure e colloca tutta la sua verve nella sei corde che si trascina dietro tutto. Sembra rivivere di riflessi di stoner e di crossover ma è solo il rock senza compromessi che esplode infrangendosi contro noi.
Il blues prende il sopravvento in Subject Dog Blues, ma di quello sporco e rozzo, di quello che ti fa sbattere la testa in maniera incontrollata per poi pacarsi nell’ultima The One Who Knocks che attraversa atmosfere psichedeliche e plumbee per presentare un’altra natura dei Super Dog Party, una natura appunto lontana dalle feste ma fedele allo stampo rock. In fin dei conti Blues Screen Of Death picchia duro, suona bene e con carattere. Sicuramente i 15 minuti più lunghi e ricchi di musica che abbiamo mai ascoltato dal nuovo millennio ad oggi.