Al #nuovoMEI2015 sarà premiato il NaDir Festival di Napoli e suonera’ Giuseppe Pagliarulo
Il NaDir Festival – Napoli Direzione Opposta è riuscito nei suoi intenti: nonostante la fase di recessione che si sta vivendo in ambito musicale e non solo, il gruppo di giovani che lo ha realizzato è riuscito a portare a termine la prima edizione di questo neonato festival, perseguendo una linea di qualità della direzione artistica e recuperando un’area abbandonata come quella del Polo Polisportivo di Soccavo. Questi sono i motivi che portano il #nuovoMEI2015 a premiare questa giovane realtà.
Giuseppe Pagliarulo
Facebook: https://www.facebook.com/GiuseppePagliaruloOfficial?fref=ts
Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=SV2j9xv9vaY
Non è tra le 4 band che hanno suonato al festival perché la nostra giuria, potendo scegliere solo 4 band per Napoli ma tenendoci a premiare anche lui, ha preferito dare al “quinto vincitore”, anche più difficile da inserire nella nostra lineup, la possibilità di suonare al MEI.
NaDir \ Direzione Opposta è un festival musicale indipendente e completamente autofinanziato che ha casa a Napoli. Ma NaDir è anche lo spirito dietro un modo completamente alternativo di organizzare eventi, il nome che abbiamo scelto di dare alla nostra spinta a cercare una nuova prospettiva per la produzione culturale.
Il progetto NaDir nasce dall’esigenza di riempire il vuoto pneumatico della produzione musicale dal vivo a Napoli, superando i limiti imposti dal difficile mercato locale; dal bisogno di interrompere il circolo vizioso imposto dalle interazioni tra artisti, intermediari e venue, che produce solo la lievitazione dei costi di produzione senza un reale guadagno per nessuna delle parti coinvolte; dalla voglia di creare una manifestazione che avesse al centro la pulsione a fare arte, dando spazio nella propria città alle band più meritevoli della scena locale e valorizzandole attraverso una programmazione ragionata e un’organizzazione di stampo professionale.
Per questa ragione NaDir si pone quattro obiettivi principali:
- Primo: mettere al centro di tutta l’organizzazione la qualità artistica, la qualità tecnica e la qualità organizzativa, direzionando tutti gli sforzi verso l’adempimento di questi tre pilastri insindacabili. In quest’ottica la selezione degli artisti, i dettagli tecnici dell’allestimento e la scelta (e la formazione, dove necessario) dei responsabili di ogni fase della produzione sono stati il primo passo dell’organizzazione e il nucleo attorno a cui è stato costruito tutto il resto della manifestazione.
- Secondo: costruire un allestimento che fosse in linea con i principi costitutivi del progetto. Per questo motivo sono stati selezionati espositori, workshop, attività giornaliere, performance, cercando di privilegiare piccole realtà locali (e non), sempre con il vincolo di costruire una manifestazione che avesse degli standard qualitativi elevati, partendo dall’offerta musicale e arrivando alla ristorazione.
- Terzo: dare, attraverso questa manifestazione, possibilità di riscatto a territori abbandonati dalle istituzioni o dai circuiti artistici e commerciali tradizionali. Per questa ragione è stato scelto l’enorme e dimenticato spazio del Polifunzionale di Soccavo: per puntare i riflettori tanto su una struttura enorme, dalle infinite possibilità e abbandonata all’incuria, quanto su un territorio storicamente difficile per via della scarsità di collegamenti con i centri culturali tradizionali della città.
- Quarto: promuovere l’inizio di uno shift culturale in tutte le fasi coinvolte nella produzione musicale dal vivo, dall’organizzazione alla partecipazione del pubblico, passando per la trattativa con e degli artisti, per il marketing e la grafica, le pubbliche relazioni e i rapporti con le istituzioni. In questo senso, NaDir propone l’indipendenza come strumento più che come valore assoluto, cercando di costruire un coinvolgimento diretto in tutti i lavoratori che partecipano all’organizzazione, artisti compresi, fino ad arrivare al pubblico, la cui partecipazione è richiesta in quanto finanziatori reali del progetto piuttosto che come semplici spettatori paganti di un momento di intrattenimento. Lo scopo finale è piantare la nozione, nel fertile terreno musicale napoletano, che è possibile costruire eventi e produzioni professionali senza sacrificare il valore umano, tecnico e artistico delle persone coinvolte in nome delle logiche di mercato, delle condizioni dettate dagli intermediari e delle difficoltà del mercato musicale locale.
Bilancio
Nonostante fosse la prima edizione del festival e nonostante la scelta di una location molto difficile per un pubblico come quello napoletano che si sposta malvolentieri dal centro storico, NaDir – ricordiamolo, interamente autoprodotto e finanziato esclusivamente dal costo dei biglietti di ingresso – ha chiuso il bilancio quasi in pari, solo lievemente in rosso (di circa 2000€ su quasi 20000€ di spese vive) ed è stato attraversato complessivamente da più di 1500 persone. NaDir ha raggiunto il suo obiettivo principale: quello di creare un contesto tecnicamente di altissimo livello su cui riunire il meglio della musica indipendente locale al fine di mettere insieme quello che a Napoli manca dagli anni ’90 dei 99 Posse: una scena musicale. Abbiamo potuto raggiungere questo obiettivo grazie all’impegno militante della rete di collettivi che c’è dietro NaDir e grazie alla partecipazione attiva che tutti, dagli artisti al pubblico, passando per i tecnici, gli addetti stampa, grafica e marketing, hanno messo nella realizzazione del progetto. Certo, la strada è ancora lunga, ma guardiamo avanti e stiamo già progettando la seconda edizione, investendo le competenze, i contatti e l’esperienza di questa tre giorni per poter crescere senza sosta, mirando a creare una realtà completamente indipendente e autosufficiente che possa fungere da esempio di qualità organizzativa da un lato e da spinta, da ispirazione per la nascita di nuove realtà autofinanziate dall’altro.