Campus Mei: in-formazione musicale // Doc Indie: meno male che c’è ancora la strada
DOC INDIE: MENO MALE CHE C’È ANCORA LA STRADA!
Come un ventre accogliente, caldo e prolifico la strada continua a sfornare talenti alla faccia dei talent show televisivi. La buona musica, la buona musica che possiede i numeri giusti per smuovere le classifiche, non è a solo appannaggio dei vincitori dei programmi televisivi. Quelli, salve rare eccezioni, hanno vita breve e travagliata. Oggi ci sei.
Domani chissà? Gli altri, quelli dell’interminabile gavetta in strada – o se preferite su piccoli e instabili palchi – invece, possiedo gli anticorpi, anticorpi sviluppati e rafforzati dalle tante delusioni e dalle altrettante tante soddisfazioni. Tottenham Court Road, a Soho, Londra, nel centro della zona dei teatri, era e rimane la vasca di coltura per i futuri numeri uno delle classifiche inglesi ed europee (e, magari, persino statunitensi). Band e artisti solisti si esibiscono tra fiumi di turisti e autobus rossi a due piani. E lo fanno con l’umiltà e la gioia dei buskers. Pochi fronzoli: un cartello scritto a mano con indicate le pagine sui social; un amico che smazza cd masterizzati; e, ovviamente, gli strumenti. Senza di quelli nessuna musica e nessun numero uno in classifica. Forse… Nella metropoli che cambia e leviga in nome di bolle immobiliari e nuove linee metropolitane le rughe della sua storia, una band ha saputo nel 2015 fare girare il proprio nome. Sono i The Thirst, quartetto rock-funk di Brixton, quartiere a sud del Tamigi, che da un annetto a questa parte vivacizza con le sue sue energiche performance il tram tram quotidiano della città. Nel loro caso, come in quello di molti altri artisti che negli anni ho potuto osservare, tutto pare e suona naturale; tanto che gli affari vanno a gonfie vele nonostante la band non abbia ancora una data precisa per l’uscita del primo album. Poco importa! Il web viene in soccorso dei coraggiosi! Un video, quello del singolo Damn Girl, spopola su YouTube. Quanto basta per accendere lampadine di interesse un po’ ovunque tra i cockney e i turisti, anche quelli più distratti. Lì, in piedi con un registratore digitale o una macchina fotografica, ci si gode lo spettacolo dimentichi per un paio di minuti delle maratone TV. Lì, si prende confidenza con un altro modo di fare musica. Lì, non si esprimono giudizi pesanti sull’altra via, quella, un tempo chiamata catodica, semplicemente si varia l’approccio. Una volta a casa – come mi sono detto di recente con Ace degli Skunk Anansie – ci si potrà pure divertire a seguire sul piccolo schermo uno dei tanti contest. Ma per il momento godiamoci quest’altra via. Godiamoci la strada con la sua incredibile colonna sonora! (Foto: Matteo Ceschi)