Campus Mei: in-formazione musicale // Doc Indie: la storia si ripete, ma per fortuna c’è la musica
DOC INDIE: LA STORIA SI RIPETE MA PER FORTUNA C’È LA MUSICA
La storia, ahimè, si ripete. Forse perché non la si ama o non la si studia con sufficiente attenzione. Per fortuna, però, c’è la musica con la sua infinita varietà di linguaggi, in continua evoluzione, a rimediare. Negli States in un periodo di forti ed evidenti tensioni etniche & sociali, non mitigate nemmeno da un presidente nero alla Casa Bianca, il punk-rapper afro-americano Obnox, all’anagrafe Lamont “Bim” Thomas, ha deciso di rispolverare uno degli intramontabili inni di protesta dei primi anni Settanta, Ohio di Neil Young. Nel maggio del 1970 la Guardia nazionale sparò uccidendo degli studenti che manifestavano contro la guerra in Vietnam alla Kent State University sancendo drammaticamente di fatto la fine di un decennio di utopie ed illusioni. Dopo 45 anni, tra il 2014 e la prima metà del 2015, per l’esattezza, i corpi senza vita di giovani afro-americani giacciono a terra colpiti dalla mano stupidamente violenta della legge.
La nuova versione dell’inno di Neil Young non solo ritrova un’urgente attualità ma si rinnova dal punto di vista sonoro, alla luce del perpetrarsi di errori che speravamo sinceramente sanati dal tempo e soprattutto dal buon senso comune. La nuova versione di Ohio suona lacerante come i contrasti che affollano la contemporaneità: lance sonore avvelenate di feedback elettrici e stridii sanguinanti attaccano le lyrics fino a quasi soffocarle. Le parole – testimonianza della residua intelligenza umana – resistono in sottofondo appese a un velo di impressioni psichedeliche che lasciano trasparire qua e là la loro infaticabile matrice utopistica. Un esempio forte, quello dell’indipendente Obnox, che dovrebbe fare riflettere e spingere noi ascoltatori a riprendere in mano i libri di storia (magari con in cuffia un buon disco, così come faceva il giovane DOC) per cercare di cambiare un copione che non può assolutamente piacere…