Marcello Zinno, direttore di Rockgarage.it, recensisce l’album Oikoumene degli Inside Mankind
Autore: Inside Mankind | Titolo Album: Oikoumene |
Anno: 2015 | Casa Discografica: Quà Rock Records |
Genere musicale: Prog Metal | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.insidemankind.com |
Membri band:Claire Briant NestiFrancesco MonaciChristian LuconiValerio Dalla Ragione
Matteo Bidini |
Tracklist:
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È assolutamente affascinante quanto alcune scelte grafiche anticipino, senza aver ascoltato nemmeno una nota, il panorama prog metal che ci si appresta ad ascoltare. Ed è così anche per gli Inside Mankind e l’artwork del loro primo lavoro dal titolo Oikoumene: colori, scelte artistiche, font…i suggerimenti sono vari anche se è poi il tasto play che ci convince del tutto. Siamo nel prog metal profondo fatto di tempi dispari e chitarre ingombranti con una vena di christian metal che ormai da venti anni soddisfa tutti i fan degli stupendi Orphaned Land rispetto ai quali la band non si allontana poi molto. Però gli Inside Mankind hanno un asso nella manica o meglio una carta da giocare: la cantante Claire Briant Nesti che con le sue linee vocali legate alla musica lirica, oltre che al suo look in sede live, spezza un po’ i classici cliché prog e li avvicina maggiormente alla scena gothic. Questa è la duplice anima della band: prog metal per la musica e gothic metal per la voce.
Un amante del prog troverà in Oikoumene tutti gli ingredienti di cui è appassionato ma non si tratta di un album scontato e questo lo possiamo dire osservandolo da vari punti di vista. Innanzitutto il basso slappato durante alcune parti strumentali che ci fa tornare alla mente i Pain Of Salvation dell’esordio Entropia dai quali gli Inside Mankind prendono spunto almeno per la componente puramente musicale e anche per la produzione pulita ma con chitarre “sporcate”; inoltre gli assoli di chitarra, sempre molto tecnici ma che non sprofondano mai nell’esibizionismo fine a se stesso e questo eleva il songwriting. Belli gli stacchi dell’opener Out Of The Loop ma anche la complessità di Keep Me By The Stars; il classico brano prog metal giunge con Toccata, traccia strumentale che mette in mostra tutte le abilità del combo di Arezzo.
Un discorso a parte merita Human Divine, una suite di quasi 14 minuti che mescola testi in italiano e in inglese sotto una matrice metal che sapientemente alterna parti più veloci a momenti più pacati. Nel complesso una prova interessante che con qualche accorgimento produttivo diverso avrebbe potuto guardare negli occhi il gotha del prog metal moderno.