Marcello Zinno, direttore di Rockgarage.it recensisce i Captain Mantell
Autore: Captain Mantell | Titolo Album: Bliss |
Anno: 2014 | Casa Discografica: Dischi Bervisti, Overdrive Rec, Dreamingorilla Rec, Xnot You Xme |
Genere musicale: Rock | Voto: 7,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.captainmantell.com |
Membri band: Admiral Dix aka Mauro Franceschini – batteria, voce Captain Mantell aka Tommaso Mantelli – voce, chitarra, basso Sergeant Zags aka Sergio Pomante – sassofono, tastiere, voce |
Tracklist:
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I Captain Mantell non sono una vera e propria band, sono un “concept project”. Sono “concept” in quanto l’intera loro vita artistica è ispirata ad una storia ovvero quella del primo pilota, appunto il Capitano Mantell, morto inseguendo un UFO, ma sono anche un progetto visto che, alla luce delle varie partecipazioni esterne, è difficile inquadrarli come semplice formazione. Facile immaginare che nelle quindici tracce che compongono l’album Bliss ce n’è per tutto i gusti. L’iniziale Love/Hate colloca subito in alto l’asticella della proposta, con riminiscenze progressive che fanno sponda a parte dello space rock/progressive rock targato King Crimson, citati anche nella loro biografia, ma la restante parte dell’uscita discografica è tutt’altro che di difficile digestione. I Captain Mantell puntano sempre ad una sorta di orecchiabilità, soprattutto nelle melodie vocali, aspetto questo che fa comparire la sigla “pop” all’interno delle descrizioni a loro dedicate. Ma sia chiaro che qui siamo lontani dal pop, come l’acqua della Terra è lontana dal gas del pianeta Giove. Wait For The Rain puzza di stoner ma anche qui si tratta di un piccolo percorso del loro viaggio, come il rock’n’roll sporco e lento di Side On, il groove trascinante e sincopato di Better Late Than Now o ancora lo pseudo-sludge di First Easy Come Then Easy Go.
In generale c’è una grande attenzione alla composizione, nonostante le tracce sembrino, ad un primo ascolto, semplici. La presenza del sassofono è uno degli spunti originali che fiorisce all’ascolto, insieme ad una durata sempre essenziale dei brani che li fa arrivare dritti al punto senza stancare l’ascoltatore. In pratica quello che parte come un trip, in viaggio nel passato, diviene poi un atterraggio nel rock moderno e se vogliamo lievemente sperimentale. Ottimi i suoni e davvero buona la produzione di Bliss, un album che è rock nelle radici ma che viaggia su panorami trasversali, tanto da piacere a molti, il tutto senza minimamente svilire il songrwriting. Questi ragazzi hanno stoffa!