Le Nostre Rubriche // Exitwell in esclusiva per il Mei: Be Forest – Earthbeat
Della scena pesarese, dei gruppi provenienti da quella città, che hanno il potere di rappresentare la scena indipendente italiana all’estero con ottimo successo, già noi ad ALT! parlavamo un paio di anni fa. Adesso la cosa è diventata di dominio pubblico. Normale, anche giusto. D’altronde non poteva essere altrimenti dopo l’exploit di fine 2013 dei Soviet Soviet, e non potrebbe essere altrimenti ora con la nuova opera dei Be Forest. Earthbeat segue a tre anni di distanza quel gran disco che fu Cold. E lo segue mantenendo intatti gli stilemi tipici del terzetto
(ora quartetto) pesarese, a cui si aggiunge però la volontà dei ragazzi di non rimanere troppo legati al concetto base di shoegaze, ma di volerlo influenzare attingendo a vari mondi.
C’è sicuramente meno post punk e, di conseguenza, meno freddezza in questo Earthbeat. D’altronde per capire il mood degli album dei Be Forest basta comprenderne i titoli: c’è più calore, più vicinanza all’ascoltatore. Un’importante influenza world quasi rassicurante, che accompagna e culla insieme alle irrinunciabili e caratteristiche atmosfere eteree. Probabilmente sarà anche merito del nuovo tastierista Lorenzo Badioli. Il risultato è decisamente all’altezza delle (diverse) aspettative che si erano create sul gruppo. Atmosfere sempre trascinanti grazie al basso pulsante di Costanza delle Rose e dalle ritmiche di Erica Terenzi,su cui si estendono i colori bianchi dei riverberi di Nicola Lampredi perfettamente abbinati alla voce sfuggente e sognante della stessa Costanza.
Un disco da ascoltare a occhi chiusi, capace di farti volare in luoghi lontani dal nostro vivere quotidiano (“Captured heart”, “Ghost dance”), oppure di farti vivere sogni dove attraverso le nebbie è ben visibile il sole (“Lost boy”, “Airwaves”), oppure, più semplicemente, farti muovere irresistibilmente (“Colours”).
Uno dei migliori dischi di questo 2014 italiano.
Giovanni Romano