Come aprire un’etichetta discografica
Se, fra i promotori dell’etichetta, esiste già una società con partita Iva, la cosa è già fatta, quella società sarà l’etichetta.
Se non c’è nessun tipo di “ragione sociale”, la cosa migliore è sentire un commercialista di fiducia e farsi spiegare le varie possibilità (Snc, Srl, Sas, Associazione, Cooperativa, Piccola Cooperativa, ecc), in base al livello di investimento, i possibili soci, ecc. Tutti aspetti che qui è veramente difficile approfondire… comunque non c’è bisogno di particolari permessi.
L’unica cosa è che la società esistente abbia la facoltà statuaria, nella ragione sociale, di poter pubblicare e vendere dischi e prodotti fonografici, nelle varie forme compreso il downloading. I primi passi necessari sono la costituzione di una società e l’iscrizione alla camera di Commercio, ecc. (ma in fondo anche una macelleria potrebbe produrre dei dischi promozionali per il proprio negozio…).
Di solito le fabbriche curano tutto (glassmaster/matrice, assemblaggio delle varie parti, stampa delle parti grafiche – booklet, inlaycard, ecc. – stampa dei dischi, la label, ecc.)
Bisogna mandare i files delle parti grafiche, il master in cd e i bollini siae.
Giampiero Bigazzi
Vice Presidente di AudioCoop
Titolare di Materiali Sonori Un po’ di appunti di viaggio:
R. Sorrentino, “Guida per l’artista e l’operatore dello spettacolo” – www.aipsc.net
A cura di A.M.Ricci, “Musica & Diritto” – Edizioni Musica e Dischi
G.Campiglio/P.Visco, “L’Avvocato in Musica” – Edizioni Musica e Dischi
Sandro Pasqual, “Fare Musica” – Rugginenti Editore
Tutta la normativa di base a cui farò riferimento è in file allegati ma, ovviamente, non potrò spedire tutto per cui dove si ha necessità di approfondire ciò sarà oggetto di successivi invii di materiale.
Ma quanti ragazzi possono permettersi un notaio per fare una società, il commercialista per la tenuta della contabilità, l’avvocato per le transazioni commerciali e le controversie. E quante di queste società, poi, riuscirebbero a stare nell’ambito degli studi di settore dell’Agenzia delle Entrate?
Il nostro escamotage è stato quello di costituire un’associazione culturale senza scopo di lucro finalizzata alla divulgazione della musica come forma artistica senza, fondamentalmente, esclusione di mezzi e/o modalità. Ma come fare dal punto di vista tributario?
La soluzione ce l’ha fornita la L. 398/1991 e successive modifiche e integrazioni. Anzi: è stata proprio la lettura della legge che ci ha fornito la chiave di volta alla soluzione del problema.
Questa legge istituisce un regime tributario sostituivo per le associazioni sportive dilettantistiche a cui successivamente sono state affiancate le associazioni culturali senza scopo di lucro.
Una cosa è fondamentale in tutto il discorso: LA ASSOLUTA MANCANZA DI SCOPI DI LUCRO. E’ chiaro, quindi, che se qualcuno volesse aprire un’etichetta per farne motivo di guadagno (pazzo in un periodo come questo :o) !) questo modello è assolutamente fuori luogo.
Fatta questa necessaria introduzione vado ora ad elencare i passaggi successivi per arrivare alla costituzione dell’etichetta indie:
4)
FARSI RILASCIARE DALLA QUESTURA L’AUTORIZZAZIONE A OPERARE NEL CAMPO DELLA FONOGRAFIA E VIDEOTECA. E’ una comunicazione, una specie di nulla osta, resa ai sensi dell’art. 75 bis del TULPS (testo unico sulla legge di pubblica sicurezza, introdotto dall’art. 8, comma 2, della L. 248/2000) che attesta che non si è stati in precedenza condannati per pirateria o per diffusione di opere pedopornografiche. Si chieda a chiunque venda dischi o noleggi videocassette o DVD.5) EVENTUALE ISCRIZIONE, PRESSO LA LOCALE C.C.I.I.A., AL R.E.A. (Registro Economico e Amministratico). Non è obbligatorio ma è un “sigillo di garanzia” per le ditte che operano nel commercio. E’ come se fosse un documento di riconoscimento che da piena fede a chi lo ha rispetto a chi non lo ha perché vuol dire che il soggetto è “riconosciuto” come operante nel mercato e non uno “sconosciuto”.
6) SE SI VUOLE VENDERE IN INTERNET COMUNICARE AL PROPRIO COMUNE “L’INIZIO ATTIVITA'” AI SENSI DEL D. Lgs. 114/1998 (legge Bersani) sul commercio a distanza (televendite e cataloghi) e sul commercio elettronico (internet) e aspettare un mese dalla comunicazione. A questo punto si è una vera e propria società che non può dividersi il guadagno ma che, anzi, deve fare di tutto perché l’attività economica di vendita dei dischi non sia esageratamente superiore all’attività associativa. Noi organizziamo concerti, convegni, conferenze… Insomma i soldi guadagnati (?) con i dischi DEVONO essere spesi nell’associazione!
OCCHIO: NON SI STA PARLANDO DI UNA ONLUS CHE E’ TOTALMENTE DIVERSA! Non è finita qui, però.
Ogni mese ci sono le comunicazioni da fare alla SIAE con i modelli SD/1 giornaliero, SD/2 mensile e SD/3 annuale.
Ogni trimestre c’è il versamento di metà dell’IVA a debito, come stabilito dalla 398. E poi ci sono le tasse da pagare sul reddito, i libri societari da avere.Insomma: i dettagli si possono leggere negli allegati. Io credo di essere stato fin troppo noioso con commi, articoli, norme e leggi varie…P.S. A meno di errori ogni file ha a che fare con la 398 o con una delle sue leggi collegate: basta andare su “modifica”, poi “trova” e digitare “398” per trovare il riferimento normativo alla legge in questione. Per tutto il resto sono sempre valide le norme sul codice civile sulle associazioni.
Questi link, infine, riportano FAQ di facilissima comprensione su argomenti che per ragioni di brevità non ho potuto ampliare qui:
http://www.citinv.it/associazioni/FAQ/
http://bertola.eu.org/usenet/faq/testi/faqassoc.htm
(documento questo che ci è servito molto per avere conferma che la nostra strada era quella giusta e che è un po’ il compedio degli altri che trattano più o meno gli stessi temi. Consiglio di stamparlo e di seguirlo passo dopo passo).
Per chi fosse interessato a fare domande e chiedere ulteriori informazioni scrivere a info@audiocoop.it oggetto: “come aprire un’etichetta”. Se farai un’etichetta, ci auguriamo di averti fra di noi, in Audiocoop e al MEI …